I cracker sono degli snack pronti che possono essere consumati all’istante o spesso accompagnati a delle pietanze principali durante i pasti. In commercio ne esistono davvero tantissime varietà poiché è possibile protendere per quelli classici, per quelli salati, per quelli integrali e chi più ne ha più ne metta. Si tratta di alimenti che fanno bene alla salute oppure no?
L’argomento però diventa davvero scottante, in quanto per alcuni nutrizionisti i cracker rappresentano il male in persona mentre per altri è possibile consumarli senza eccedere. Bisogna però fare attenzione ad alcune marche di cracker poiché tra le tante, potrebbero risultare anche le più scadenti in commercio. Ecco cosa abbiamo scoperto su questo argomento.
Come vengono prodotti i cracker?
I cracker sono degli alimenti gustosi e davvero comodi da mangiare poiché sono compatti e possono essere trasportati ovunque senza troppe complicazioni. Spesso li mangiamo per uno spuntino oppure li accompagniamo a contorni e secondi piatti, in modo tale da rendere più ricco il nostro pasto. Con il passare del tempo il mondo dei cracker si è ampliato tantissimo, offrendo alternative che in passato non esistevano. Ma come si prepara questo alimento così basilare, ma estremamente buono?
In realtà ci sono diversi modi per prepararli, ma il procedimento classico è quello che vede l’utilizzo di lievito, sale e farina che andranno lavorati insieme fino a raggiungere un composto uniforme. Questo dovrà lievitare per un’oretta e poi essere versato su una teglia da mettere in forno per circa 10 minuti a 220°C. Ovviamente prima di essere tagliati dovranno essere freddi e potranno poi essere guarniti con ulteriore sale sulla superficie.
I cracker più scadenti sul mercato: ecco di quali stiamo parlando
I cracker possono essere realizzati con estrema semplicità anche a casa, ma per questioni di tempo e voglia è preferibile acquistare quelli confezionati al supermercato, i quali sono anche piuttosto economici. Pare però che prima di procedere a questo tipo di acquisto debbano essere presi in considerazione altri fattori che potrebbero fare la differenza circa la qualità del prodotto che stiamo per acquistare. Ci riferiamo a:
- Grande percentuale di sale
- La presenza di bromato di potassio
- Elementi esterni che derivano dalla lavorazione in laboratorio
Ovviamente i cracker che fanno più male e che risultano essere fra i più scadenti sul mercato sono quelli che si avvalgono di una grande percentuale di sale non solo sulla loro superficie, ma anche nell’impasto. Questi potrebbero infatti provocare gravi problemi di salute a chi soffre di pressione alta. Anche il bromato di potassio potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso per chi ha problemi di natura cardiaca.
Bisogna poi verificare sull’etichetta la presenza di elementi esterni che è impossibile trovare in natura e che nascono dalla lavorazione in laboratorio. Un chiaro esempio di tutto questo è la L-Cisteina, una molecola che viene utilizzata per rendere il cracker sempre morbido e che consente quindi una maggior conservazione del prodotto nel tempo.